Leopardi: lirica e filosofia

Giacomo Leopardi

 

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,

E  questa siepe, che da tanta parte

Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma  sedendo . . . .

                                  Un aspetto  caratteristico della grandezza di questo idillio è l’esclusione d’ogni  circostanza estranea e contingente; la poesia si sostanzia del puro dato emotivo vissuto a livello di meditazione e di contemplazione, che  trascendono l’indicazione  degli  elementi raccontati  e  si distendono nello spazio e nel tempo all’infinito. Gli elementi sono pochissimi  ( un colle, una siepe, il vento ) e non sono descritti  ma, appunto, raccontati  entro l’emozione e la commozione vissute.

Per  questo essi  hanno forza suggestiva; e intervengono, quasi  dialogicamente, provocando  interrogativi   e immaginazione  e intuizioni  profonde, e una  riflessione  inattesa e spontanea, razionale ed emotiva, intensa ed esistenziale.

Parole semplici, parole comuni  si connotano per la loro forza evocatrice : spazi  interminati, profondissima quiete, sovrumani  silenzi.

Emozione  ( “ove per poco il cor non si spaura” ) e riflessione ( “ … Vo comparando: e mi sovvien l’eterno…” )

Insieme  diventano  commossa  meditazione, che  sottende  un  pensiero  filosofico  e rivela come  sia vissuta nell ‘ intimo  l’esperienza  dell  ‘ esistere  e della realtà circostante.

Qui  poesia e filosofia si identificano esprimendosi  in linguaggio straordinariamente  semplice e lirico.

Esse  insieme  consentono quella  commozione che , resa  consapevole, rasserena arricchisce  e libera.

 

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M.FUBINI, commentatore ottimo e interprete  profondo della poesia di Leopardi,osserva : “ … non le belle forme, ma un moto d’affetto, semplice e intenso, è il soggetto della poesia leopardiana “. Il poeta si stupisce delle cose che vede e se ne innamora ( la luna e il suo ‘ posarsi  ‘ in mezzo agli orti, la notte chiara e senza vento, le vaghe stelle dell’Orsa, il passero che canta, la gallina che ripete il suo verso, il pastorello, la donzelletta…). Se ne innamora perché, grazie allo stupore, vive con esse un rapporto, con esse la sua meditazione può diventare colloquio.  Un colloquio solo così,  e solo con loro, finalmente possibile.

 In  tutti  gli Idilli il dolore ( o il pessimismo, solitamente  considerato  come tema dominante ) in realtà non è il motivo fondamentale della poesia, né la sorgente di  ispirazione di essa. Di fatto gli idilli nascono in momenti di intima calma, come espressione di interiore e piacevole riflessione o esperienza. E’ il far poesia, l’esprimersi a quel  livello di poesia, che dà piacere e affascina e appaga l’autore pacificandolo così  con se stesso.

Ad esempio,  l ‘ incipit de “  LA SERA  DEL  DI’  DI  FESTA “  è una sorpresa che subito provoca stupore  e affascina. Tutta l ‘ immagine, tutta la descrizione suscita meraviglia per l’immediatezza con la quale è resa, per l ‘ efficacia  delle parole  così  semplici e pertinenti  ed esatte,  per la spontaneità ( almeno apparente ) della scelta e del ritmo.

Sempre,  negli  Idilli, come è noto, le descrizioni sorprendono e affascinano, convincono e catturano, e già da sole trasmettono profondi e subito condivisi significati.  Esse sono di per sé altissima poesia, non solo per il linguaggio con il quale sono “ raccontate “, ma anche  per il pensiero e il significato che contengono, tacendoli  e suggerendoli  ad un tempo.

Negli  Idilli, la descrizione e il linguaggio sembrano essere, per Leopardi ,il luogo dove trovar godimento e compiaciuta evasione dallo stato di insoddisfazione; e anche il luogo dove  trova  riscontro la sua interpretazione della realtà e della vicenda umana.

Così  le descrizioni,  che raccontano la quiete del villaggio dopo la tempesta o l’allegrezza festosa della gente

nel giorno di sabato o il canto del passero solitario alla campagna, traducono in linguaggio poetico la filosofia dell ‘ autore.

Per riconoscere la riflessione filosofica che sta sottesa alla poesia di Leopardi  occorre fare frequente riferimento alle pagine dello ZIBALDONE. Anzi, una rivisitazione dello Zibaldone è importante e utilissima.

                                                                                                                       ( firmato: stefano bonfatti )